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Una base sicura per proteggersi dall’ansia.

Nel 1969  John Bowlby, psicologo e psicoanalista anglosassone, formula la nozione di “base sicura”, per descrivere la posizione che la madre riveste nella relazione con il proprio bambino. Intorno al primo anno di età, quando il bambino inizia autonomamente a esplorare il mondo allontanandosi dalla madre, quest’ultima diventa  per lui una potenziale base sicura.

Il punto di riferimento centrale,  solitamente la madre o chi ha cresciuto fino a quel momento il bambino – permette al bambino di costruire l’indipendenza fisica e psicologica per  procedere lontano da lei verso il mondo circostante (ambiente esterno, persone, esperienze) e allo stesso tempo gli fornisce una base sicura  a cui riferirsi in momenti di difficoltà.

La madre dovrebbe rappresentare per il bambino la “figura di attaccamento” principale (caregiver), in grado, con il suo atteggiamento, di costruire sia la fiducia nelle sue risorse interne sia nei confronti del mondo esterno ( ambiente, persone, cambiamenti).

Per farlo dovrebbe fornire nei primissimi anni di vita del bambino, fin dalla nascita, uno scambio affettivo incentrato anche sulla fisicità (coccole, abbracci, carezze), nonché un terreno emotivo che gli permetta di sperimentare la capacità di lasciarsi andare nella vita fidandosi prima di tutto di se stesso, in modo tale da non avvicinarsi alle situazioni nuove solo su via razionale ma facendosi guidare anche e soprattutto dal proprio vissuto emotivo.

E’ stato infatti dimostrato che l’istanza della scelta è un fattore che si basa sostanzialmente sulla capacità di prendere delle decisioni, affrontando quindi novità ed imprevisti, cambiamenti in generale, grazie al proprio istinto. Le persone maggiormente inclini a sviluppare un buon istinto sono quelle che da un lato hanno avuto un rapporto naturale con la propria emotività, dall’altro hanno avuto, sin da piccolissimi, la possibilità di vivere un’esplorazione di se stessi e del mondo circostante in maniera libera ed equilibrata.

Tutto ciò può avvenire grazie ad un modello materno “sicuro”, in grado di guidare il bambino alla scoperta di se stesso e del mondo con dolcezza e sicurezza allo stesso tempo.

Esiste una forte relazione tra un modello di attaccamento sicuro e la minima possibilità di sviluppare sindromi ansiose da adulti. Infatti quanto più lo “sguardo materno” rappresenta per l’infante uno sguardo rilassato e sereno, tanto più lo stesso esplorerà serenamente tutto ciò che il mondo lo porterà a conoscere, affrontando cambiamenti e le piccole sfide di ogni giorno con un atteggiamento sicuro.

Al contrario una madre con caratteristiche diverse ( apprensiva, distaccata, indifferente, giudicante o controllante) fornirà al futuro adulto un’idea di se stesso e del mondo essenzialmente distorta, basata sostanzialmente sulla paura e sul non credere profondamente in se stesso e nelle proprie risorse.

Ciò renderà altamente probabile l’insorgenza di una sintomatologia su base ansiosa in età adulta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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