A chi non capita almeno una volta al giorno di sentirsi in colpa per qualcosa o nei confronti di qualcuno, facendo i conti con quella fastidiosa sensazione di peso interiore?
Quello che però non è noto è che circa l’ottanta per cento dei sensi di colpa che avvertiamo sono di natura irrazionale, non sorretti da una logica obiettiva.
Infatti tra le dimensioni emotive prevalentemente presenti nei nostri pazienti, il senso di colpa rappresenta uno dei nuclei principali che costantemente viene riportato in seduta.
Ciò che si è potuto riscontrare da un punto di vista psicologico è che, normalmente, il senso di colpa tende a non essere innescato da fattori per cui obiettivamente vale la pena sentirsi in colpa, ossia in quelle situazioni in cui è effettivamente presente la responsabilità attiva del soggetto, ma piuttosto da eventi le cui conseguenze non sono affatto attribuibili alla persona coinvolta.
I primi sensi di colpa di cui facciamo esperienza sono quelli derivanti dal rapporto con le nostre figure genitoriali, in particolare quella materna, e sono questi ultimi ad essere prevalenti anche da adulti.
Il genitore è in grado di innescare nel bambino piccolissimo dimensioni di colpa persistenti, non solo attraverso atteggiamenti diretti ma anche, e soprattutto, attraverso comportamenti indiretti.
La dinamica più frequente che una madre tende a provocare involontariamente è fornire messaggi ambivalenti al bambino o al ragazzo, come per esempio dire “divertiti” con un’espressione triste o passiva. A questo punto il ragazzino felice di uscire, saluterà la madre, ed è in quel preciso momento che, percependo la sua espressione, darà il via a sensi di colpa, di cui non sarà consapevole inizialmente, ma che condizioneranno inevitabilmente la sua serenità nel godersi la serata.
Se ci riflettiamo, in questo esempio, non è presente nessun elemento obiettivo per cui il ragazzo debba sentirsi responsabile di qualcosa e l’unica conseguenza del suo senso di colpa sarà non viversi liberamente e totalmente un suo bisogno, desiderio, come quello di divertirsi.
Nell’adulto questa tendenza a sentirsi in colpa verrà generalizzata al contesto di riferimento, amicale, sociale, affettivo, lavorativo, per cui la persona dovrà fare i conti con una serie di sensi di colpa, quando ad esempio dovrà dire dei no o affermare le sue idee, che non faranno altro che allontanarlo dai suoi bisogni, desideri, piccole e grandi scelte quotidiane.
Solo comprendendo la natura irrazionale dei suoi sensi di colpa potrà liberarsene, vivendo così più “leggero” , in modo da ascoltare i suoi desideri, attivando sempre di più la consapevolezza e la conoscenza di sé.
Centro Psicologico del Sannio
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