Attacchi di panico.
Gli attacchi di panico fanno parte dei sintomi direttamente correlati all’ansia e si caratterizzano per l’improvvisa e intensa paura che inaspettatamente irrompe, gettando il soggetto in preda all’angoscia. Tali fenomeni generalmente durano solo pochi minuti ma l’aspetto maggiormente invalidante è principalmente dovuto al loro presentarsi in modo del tutto inaspettato.
Spesso, infatti, i pazienti che soffrono di tale disturbo sviluppano una forma secondaria di ansia anticipatoria, preoccupandosi perennemente di quando e dove avverrà l’attacco di panico. Inoltre, la maggior parte di pazienti che soffre di disturbo da attacchi di panico soffre anche di agorafobia. L’incidenza di tale disturbo nei paesi occidentali è stimata intorno al 2 per cento e questa probabilità aumenta drasticamente in presenza di particolari fattori sociodemografici e familiari, arrivando ad aumentare di venti volte.
Oltre ad allarmanti sintomi fisiologici, come soffocamento, vertigini, sudorazione, tremore e tachicardia, i pazienti con disturbo da attacchi di panico spesso avvertono una sensazione di morte imminente e talvolta la paura di stare per impazzire. Con la paura degli attacchi di panico diventa quindi pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via.
L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo dei suoi attacchi di panico, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere “grande e grosso” ma dipendente dagli altri, ciò può condurre ad una depressione secondaria.