Sempre più di frequente chi bussa alla nostra porta, per richiedere un iniziale colloquio psicologico, riferisce essere affetto da attacchi di panico. Ovvero descrive di sentirsi in preda, sebbene per un tempo molto limitato, all’impazzimento del proprio corpo e della propria mente. Detta così sembrerebbe una condizione clinica di follia assoluta ma noi sappiamo che, sebbene l’attacco di panico si presenti con un impatto massiccio, esso non è assolutamente ascrivibile alla cosiddetta follia. Ciò spiega anche la propensione che alcuni pazienti hanno, almeno nella fase iniziale del proprio sintomo, a sottovalutare tale problema in quanto ammettere di essere affetti da una condizione paniaca li spaventa molto. Ma tale sottovalutazione che inizialmente si costituisce come strumento di difesa (è capitato solo una volta, ero semplicemente un po’ stressato, era il caldo, ecc) da vita ad una modificazione dello stile di vita atta a prevenire l’insorgenza potenziale di un nuovo attacco. In tale fase si assiste ad una limitazione sempre più generalizzata del proprio stile di vita che dà modo al sintomo, primariamente occasionale, di strutturarsi ed entrare a far parte della intera vita del paziente. Bisogna a tal proposito ribadire che noi tutti potenzialmente potremmo sviluppare fenomeni di panico e che esserne affetti non significa assolutamente essere folli. Riconoscere e di conseguenza ammettere a se stessi di avere un problema costituisce un elemento essenziale per una prognosi positiva volta all’eliminazione del sintomo attraverso gli strumenti adeguati.
Centro Psicologico del Sannio
Psicologi Benevento
Dr Antonio Raia
Dr.ssa Serena Rizzo