La maggior parte degli studiosi del funzionamento mentale sono concordi che un uso smodato delle nuove tecnologie digitali stiano producendo delle modificazioni irreversibili sul nostro cervello. Uno studio della Florida State University pubblicato a luglio ha dimostrato ad esempio che ormai è sufficiente sentire la vibrazione del nostro telefono per sperimentare una consistente perdita di concentrazione, che può rovinare le nostre performance cognitive in attività complesse, anche se decidiamo di non interagire ulteriormente con il dispositivo. Un’altra ricerca, apparsa questa volta sulla rivista Computers in Human Behavior, sembra indicare inoltre che i grandi utilizzatori di smartphone avrebbero una maggiore probabilità di sperimentare fallimenti cognitivi (o meglio “cognitive failures”) legati alla smemoratezza e alla disattenzione. Ma quali sono le cause che impattando sul nostro sistema cognitivo e producono tali modificazioni? I ricercatori hanno rintracciato una serie di fattori che sarebbero implicati in tali processi.
- La tecnologia fa perdere il sonno, recenti studi hanno dimostrato che la luce blu degli schermi dei supporti tecnologici ha un effetto molto potente sul nostro orologio biologico tale da prevalere sulla luminosità naturale nel guidare i nostri ritmi. Tale scompenso produce dunque una diminuzione progressiva di perdita di sonno. Perdere il sonno ha una serie di effetti negativi sul cervello. Se non dormi almeno sette ore ogni notte, potresti soffrire di depressione, deficit di attenzione e di memoria.
- Si è più distratti. I ragazzi, ad esempio, mentre sono occupati in attività intellettuali di vario genere, tengono la propria mente impegnata in due realtà molto diverse tra loro: quella dello studio e quella delle relazioni social, aspettando delle risposte dagli amici e quindi svolgono i loro compiti intellettuali in maniera superficiale.
- Si ricorda di meno. Il possesso di apparecchi altamente tecnologici sono ormai diventati le nostre memorie esterne svolgendo il compito che era fino a qualche tempo fa del nostro sistema della memoria, ovvero ricordare.
- Difficoltà di concentrazione. Leggere online rende più difficile assorbire le informazioni rispetto ad un testo cartaceo. Ma è altrettanto vero che cercare informazioni su un libro è molto più difficile che cercarle su Internet. Tale facilitazione, relativa alla velocità ad attingere nuovo materiale, causa l’abbassamento generale dei livelli di concentrazione fintanto che leggere un libro può risultare un compito difficile.
- Atrofia dell’ippocampo. I ricercatori dell’università canadese McGill hanno condotto una serie di studi che evidenziano le conseguenze di un uso prolungato dei navigatori GPS sul nostro cervello: secondo questi studi, chi usa spesso il GPS ha un rischio più alto di soffrire di problemi di memoria. Gli esseri umani si orientano fondamentalmente usando due metodi. Il primo è la navigazione spaziale, che prende punti di riferimento per costruire una mappa cognitiva che ci aiuta ad arrivare a destinazione. Il secondo metodo è una strategia di stimoli e risposte che ci guida come se fosse una sorta di pilota automatico. I ricercatori hanno notato che un uso eccessivo dei GPS potrebbe condurre, con il passare del tempo, all’atrofia dell’ippocampo. Questo si tradurrebbe in rischi di problemi cognitivi, come il morbo di Alzheimer.
- Dipendenza da internet. Secondo uno studio del 2012, trascorrere troppo tempo su Internet può effettivamente causare cambiamenti nel cervello simili a quelli causati da droga e dipendenza da alcol, dando vita ad una vera e propria dipendenza da internet.
A questo punto non ci resta altro che spegnere tutto e andare a farci una bella passeggiata all’aria aperta.